Italiani, ma di serie B |
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NapoliNews - Cronaca | |||
Scritto da Achille Della Ragione | |||
Lunedì 12 Maggio 2008 12:19 | |||
Italiani, ma di serie B Il futuro multietnico e multiculturale dell’Italia si gioca su come sapremo assorbire i figli dell’immigrazione: i giovani nati nel nostro paese da genitori stranieri o che si sono trasferiti da noi da piccoli. Sono oltre 700.000, vanno a scuola o già lavorano, ma sono cittadini di serie B, per il prevalere dello ius sanguinis sullo ius soli. In passato la legge concedeva la cittadinanza italiana ai figli, nati in Italia, di genitori stranieri, purché fossero residenti al compimento della maggiore età; oggi, dal 1992, la norma è divenuta più severa e prevede di aver vissuto nel nostro Paese senza interruzioni dalla nascita fino a 18 anni con un permesso di soggiorno regolare. Se non veniamo incontro alle esigenze inderogabili di questi giovani, non solo sul piano legislativo, ma anche pratico, rischiamo di andare incontro ai gravissimi problemi sociali della Francia, che periodicamente vede scoppiare la rivolta nelle diseredate periferie delle sue città, le famigerate banliue o la tragedia conosciuta dall’Inghilterra, dove micidiali attentati sono stati organizzati non da emissari esteri, ma dai figli negletti della sua antica immigrazione, stanchi di essere considerati figli di un dio minore. In un momento politico delicato come quello che stiamo attraversando, in cui la caccia al diverso pare sia divenuto lo sport nazionale e deliri xenofobi sono declamati come salutari, ci vuole l’impegno di tutti, non solo dei politici, affinché un patrimonio di umanità così prezioso venga adeguatamente riconosciuto ed aiutato ad integrarsi definitivamente nel nostro tessuto sociale.
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Ultimo aggiornamento Mercoledì 11 Marzo 2009 22:08 |