Affaire lampade votive: un quadro elettrico per cimitero |
CasamicciolaNews - Cronaca | |||
Scritto da Ida Trofa | |||
Lunedì 10 Novembre 2008 18:49 | |||
Riemerge dalle maglie dei cavilli giuridici la disputa per l'impianto al Camposanto Affaire lampade votive: un quadro elettrico per cimitero Si risolve a favore della ditta Punzo l’annoso contenzioso sulla gestione della illuminazione cimiteriale. Il comune di Casamicciola Terme chiamato a risarcire una somma pari a 114 mila euro più gli interessi maturati dal 2000 ad oggi. Paventata l’ipotesi di un nuovo accordo. Piovono come confetti ad un matrimonio le tegole giudiziarie ed economiche per il comune di Casamicciola Terme. L’ultima in ordine temporale, giunta, guarda caso, a cavallo del ponte d’Ogni Santi, riguarda ancora il Camposanto. La struttura cimiteriale di Casamicciola Terme sembra non trovare pace. E' infatti di queste ore l’esito della disputa che vede contrapposto l'Ente Locale con la ditta Punzo Arturo, che nel cimitero stesso ha costruito a proprie spese l'impianto di illuminazione, gestendolo ininterrottamente fin dal lontano novembre 1986. Un ventennio di lavoro portato avanti con alterne fortune e soprattutto segnato da importanti e delicate dispute giudiziarie ora conclusesi con la condanna dell’Ente Locale al risarcimento dei danni causati. Il comune di Casamicciola Terme è chiamato, infatti, a pagare una somma pari a 114 mila euro più gli interessi maturati dal 2000 ad oggi. E ' una questione che si trascina ormai da tempo, con atti annullati e riproposti, nella sostanza, allo stesso modo, transazioni, accordi stragiudiziali non rispettati, arbitrati contestati nella composizione e nella forma. E' la storia del passaggio di mano dell'impianto di lampade votive nel cimitero di Casamicciola Terme, uno dei primi allestito sull'isola, costruito ex novo dalla ditta di Arturo Punzo, che all'atto della liquidazione si è vista contestare il contratto, addirittura con mandati che, a parole, sarebbero stati pronti in banca, la tesoreria comunale della Banca Popolare di Ancona, ed invece assolutamente inesistenti. Una vicenda molto complessa! In sintesi: la ditta di Arturo Punzo, dopo aver costruito l'impianto e dopo averlo gestito pagando un regolare canone per un certo lasso di tempo, avrebbe dovuto passare il testimone, per decisione politica, all'amministrazione comunale. Nel passaggio c'è però da liquidare le spese di costruzione dell'impianto stesso, mai liquidato dall'ente e di cui pure l'ente vuole entrare in possesso, per continuare in proprio, o affidare il tutto a terzi, ovvero sia per la gestione del servizio di illuminazione della struttura cimiteriale che per ciò che concerne la "lampada accesa d'avanti al caro estinto".La sostanza dei fatti è tutta qui. Il Comune, attraverso una serie di alchimie legali, cerca in qualche modo di non scucire i soldi che la ditta di Arturo Punzo pretendeva, in via di accordo, per mollare la gestione dell'impianto nello stato di fatto in cui si trova. La Punzo fa di tutto per ottenere il meglio e soprattutto per sopravvivereUNA VICENDA NATA MALE E FINITA PEGGIO Basti ricordare che proprio per la vicenda di quell'impianto di illuminazione, ribattezzata come "scandalo delle lampade votive", finirono nei guai il sindaco ed il vice sindaco dell'epoca, rispettivamente Angelo Manzi e Giuseppe Castagna. Guai e questione legate proprio alla attribuzione del servizio ai Punzo, poi conclusisi con lunghi dibattimenti in aula e tanti pettegolezzi di paese. L'ultimo atto relativo a quell'impianto, è stato quello della amministrazione comunale guidata da Giosy Ferrandino. L'ente decise, infatti, di dar seguito alle proposte e ai tentativi della giunta Arnaldo Ferrandino ed acquisire l'impianto, liquidando la ditta Punzo per affidare il servizio all’Amca. Questo accadeva nel febbraio 2004 quando si stabili in consiglio comunale che fossero le due ditte a quantificare il quantum che la “Punzo” avrebbe dovuto avere quale risarcimento del danno subito per il passaggio di consegne è dell'impianto e del sistema di gestione, ovvero del così detto progetto di funzionamento e resa, anche con il "pacchetto" dei clienti e degli incassi ancora da esercitare. Circa centomila euro era la richiesta del privato, mentre il Comune sembrava deciso a sborsarne più o meno la metà. La giunta Arnaldo Ferrandino a suo tempo decise ugualmente per una cifra pari a circa 90 mila € (centoottanta milioni di lire all’epoca). Somma determinata ed accettata fra le parti. Punzo doveva lasciare il Cimitero di Casamicciola Terme, ed incassare dal subentrante, in questo caso il Comune di Casamicciola Terme, la somma all'atto del passaggio delle consegne. A Passaggio avvenuto Arturo Punzo, titolare della ditta omonima, incassa dal Comune un foglio di carta, come lui stesso lo definì, per il ritiro dei soldi presso la Tesoreria Comunale. Ma quando si recò alla Banca Popolare di Ancona per il ritiro di quanto dovutogli scoprì che non c’erano soldi per onorare quell'ordine di pagamento. Fu l’inizio di una nuova e lunga battaglia legale, prevista dall'originale mandato, con il lodo arbitrale. Un altro vortice. Il Comune, infatti, indicato l'avvocato Scotto Ferdinando quale arbitro di parte e successivamente dato mandato all'avvocato Biagio Di Meglio per avviare il procedimento di arbitrato, recede per non aver ottemperato alla clausola di contratto, ovvero al pagamento, e cerca di consegnare al Punzo i soldi ingiustamente incassati nell'esercizio di servizio all'utente. Una disputa nata proprio dopo che il comune ebbe nominato l'avvocato Scotto Ferdinando quale arbitro, e diede mandato di avvio del lodo arbitrale all'avvocato Biagio Di Meglio, completando l'opera, con l’investitura ad arbitro dell'avvocato Gherardo Marone. Fu proprio allora che la ditta Punzo, persa in una serie di cavilli e rivoli giudiziari citò in Tribunale il Comune, non solo per i presunti danni subiti in questa ingarbugliata vicenda, ma anche per aver presumibilmente violato il proprio diritto alla nomina di una arbitro nel lodo arbitrale che la vede contrapposta con il Comune. È prassi, che in un lodo arbitrale ognuno dei due contendenti nomini un proprio arbitro, ed il terzo venga nominato invece dal giudice che è presidente del lodo. Nel caso che uno dei due contendenti non nomini il proprio arbitro, questi viene nominato sempre dal giudice, ma non certamente in danno palese a una delle parti. Una vicenda insomma gestita con i piedi dagli amministratori comunali ? Tant’è che l’ultimo dispositivo del tribunale di Napoli, non ancora pubblicato in sentenza sancisce la definitiva conclusione del contenzioso in favore del ricorrente privato. Comunque, attese anche una serie di voci di corridoio pare probabile che si riesca a trovare un accordo nei fatti e che già per fine mese si assista ad un definitivo passaggio di mano. Ogni decisione in merito ricadrà sull'azienda subentrante, che a norma del codice civile è chiamata a risarcire l'azienda uscente per quanto lascia di fatto sul cantiere di cui cede la consegna. Resta ancora ignota la sorte dell’impianto visto che è di queste ore la decisone di revocare l’affidamento del servizio cimiteriale alla Marina di Casamicciola che nel frattempo è subentrata all’Amca nel Global service.
|
|||
Ultimo aggiornamento Mercoledì 11 Marzo 2009 17:42 |