Casamicciola: Che nessuno tocchi Caino u’fraucator |
CasamicciolaNews - Cronaca | |||||
Scritto da Ida Trofa | |||||
Domenica 24 Gennaio 2010 17:52 | |||||
Casamicciola: Che nessuno tocchi Caino u’fraucator Il Miracolo di Luigiotto: gli ischitani riscoprono la coscienza. “A Ischia e Casamicciola esiste la condanna a morte! Ed il plotone di esecuzione sta qua, con i caschi e i bastoni in mano, con gli scudi”, gridava a squarciagola Vincenzo Impagliazzo, granitico settantenne zio di Luigi che non si è lasciato intimorire dalle squadre antisommossa e che dopo la battaglia di quell’oramai lontano martedì è rimasto a vigilare giorno e notte. Così terminati i giorni e terminate le notti a seguire la condanna a morte, come accade in ogni stato che si rispetti, giunge anche la richiesta di grazia. Ieri il picchetto per il diritto alla prima casa ha, in questa sua nuova missione ritrovato l’entusiasmo, ha tentato di vedere un barlume e la speranza in fondo a tutta questa melma e vinto il dolore e la sofferenza di un clima inclemente che piega le ginocchia e ferisce gli animi dei piantoni del Montecito hanno dato il via alle operazioni di salvataggio. Il piccolo grande miracolo di Luigiotto, un uomo semplice e misurato d’un tratto vittima ed eroe di una smisurata tragedia. Un uomo che con l’esempio del suo triste ed apparente irrimediabile dramma, con il suo essere Luigiotto, papà di Anna, marito di Raffaella è riuscito ha vincere: gli Ischitani hanno dismesso il velo dell’omertà e dell’indifferenza, gli Ischitani son scesi in piazza. Così nel sesto giorno di presidio ininterrotto a sfidare lo Stato, l’ingiustizia, il freddo ed il gelo, i condannati a questa pena capitale dove la vittima, come dice Luigiotto, “è scannata goccia a goccia”, aiutati da anime solidali e familiari hanno dato il la ad una petizione di firme, una raccolta della speranza rivolta al Capo dello Stato Napolitano, al Presidente Berlusconi a Nicola Mancino, al presidente Schifani, a Fini, a Bassolino, a Cesaro, al Procuratore Lepore, ai procuratori De Chiara. In poche ore quell’esercito operai che si era appena lasciato alle spalle un venerdì di passione e di sconforto si è messo a lavoro ed in poche ore, con un tam tam ed un passa parola da record ha raccolto in meno di 12 ore ben 5000 mila firme e più. Per stamani si conta di poter raggiungere già le 6000mila! L formichine hanno fermato le auto, hanno coinvolto commercianti, supermercati, lavoratori, postini, ragazzi, studenti e chi più ne ha più ne metta per diffondere il verbo di Luigiotto: lasciatemi vivere, lasciatemi la mia casa. E che nessuno tocchi Caino aggiungiamo noi! Sono bastate poche ore, le prime firme raccolte che ha centinaia le persone han cominciato ha recarsi come in una sorta di pellegrinaggio ai piedi del Pino Gigante per lasciare una firma, la loro testimonianza di adesione. « Siamo venuti qui per firmare, dove dobbiamo firmare?», dicevano in tanti chiedendo lumi alla folla operosa al margine della strada accanto al grosso fuoco della speranza. E i furgoni di legna non c’è la fanno a reggere il passo delle fiamme che ardono è uno scaricare continuo di ceppi da bruciare, quasi all’unisono con l’incredibile via vai di gente che vuole aderire alla petizione: « la gente è più viva, c’è tanta partecipazione, è incredibile quante auto e quante persone sono venute oggi», ci dice una donna con in mano una catasta di fogli tutti firmati,« la gente vien qua e ci chiede di potersi prodigare nel raccogliere firme, ci dice dove andare, magari Serrara, Fontana, Barano». Intanto la raccolta di firme è sbarcata anche a Procida a Napoli e le adesioni aumentano in maniera vertiginosa. Allora è l’unione che fa la forza e questa forza diventa più grande ed invincibile al pensiero della marcia che inaugurerà la seconda settimana di mobilitazione per il diritto alla prima casa e ad una giustizia equa, dove la legge sia uguale per tutti. Una mobilitazione pacifica e senza estremizzazioni, senza violenza anche se taluni operatori della giustizia hanno sentito addirittura la necessità di girare per Ischia con la scorta. Una giornata fredda ma illuminata dalla immensa luce della solidarietà e della ragione comune. Solo un ombra è scesa oscurandone la lucentezza: la presa di coscienza della piccola Anna di quanto stava accadendo. Forse qualcuno a scuola della bambina ha parlato di quanto stava avvenendo, un bimbo magari ascoltando i lamenti dei grandi e Anna piccola ed indifesa ne è venuta a parte. Non c’è stato modo, non c’è stato gioco che la consolasse, Anna voleva papà, mamma, voleva ritornare a casa per vedere la sua stanzetta di Hello Kitty, il suo tavolino piccolo dove mangiava e guardava la TV stretta stretta al suo “papino”, sotto lo sguardo amorevole e dolce di mamma sua. Luigi tra rabbia e speranza «Sono stremato, non ne posso più! Ma c’è la devo fare, devo resistere. Mi stano scannando goccia a goccia non ci sono pronunce, non ci sono decisioni. Non resta che lottare. Madonna dammi la forza, aiutami. Devo essere forte per mia figlia, la mia bambina. Oggi a scuola qualcuno le ha detto che le dovevano buttare la casa a terra. Piangeva si disperava, non voleva rimanere più in classe. Sono dovuto andare a prenderla per portarla a casa e farle vedere che era tutto a posto. L’ho portata qua per tranquillizzarla. Accidenti! Speriamo bene e resistiamo. Delle volte penso e cerco di capire il senso delle cose. Quando c’è un divorzio, no!? Si dice che i bambini devono restare sotto il tetto coniugale perché non restino traumatizzati e mia figlia che bambina è? Mia figlia non ha diritti? Perché queste cose non vengono prese in considerazione?»
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Ultimo aggiornamento Domenica 02 Dicembre 2012 19:07 |