Natale in crociera da incubo per 15 Ischitani in vacanza |
CasamicciolaNews - Tempo Libero | |||
Scritto da Ida Trofa | |||
Venerdì 25 Gennaio 2008 11:31 | |||
Credevano di imitare De Sica e la Hunzigher invece si sono beccati una buona dose di stress Natale in crociera da incubo per 15 ischitani in vacanza Ciak azione! Peccato però che sulla Costa Concordia, gemella della più famosa sede del film di De Laurentis, i riflettori erano spenti. Ad un gruppo di vacanzieri ischitani è toccato, così , confrontarsi con la dura realtà. Disservizi, caos, costi aggiuntivi e un 25 dell’anno da fame. Una soggiorno dalle mille e una notte rivelatosi una tragedia. Certo l’ultimo evento cinematografico di Natale si è rivelato un successo e certo tanti saranno stati gli spettatori vogliosi di emulare le gesta del più famoso duo Hunzigher- De Sica. Allora di corsa in agenzia di viaggi…Ciak si gira! La pausa relax è servita, o quasi.Questo è quanto accaduto più o meno ad un gruppo di amici ischitani che hanno creduto di ritrovare il “cinema” pagandosi una lussuosa vacanza in crociera e che crociera ed invece sono rientrati malconci, delusi e con il portafogli meno gonfio. Una soggiorno dalle mille e una notte rivelatosi una tragedia. Disservizi, caos, costi aggiuntivi e un 25 dell’anno da fame. Evidentemente sulla Costa Concordia, gemella della più famosa sede del film di De Laurentis, i riflettori erano spenti e dunque altro che pausa relax e vita da nababbi. La Costa CONCORDIA, che vanta la posizione di ammiraglia nella flotta COSTA CROCIERE, insieme alla sua gemella SERENA, ha mostrato nel periodo che forse le ha dato maggior lustro sugli schermi, che di buono conserva soltanto la posizione in flotta e le palline sull’albero di Natale . Cattiva aria si è respirata sin dall’imbarco, commentano i partecipanti ischitani alla “gita in barca”, « quando ci siamo recati in cabina e ci siamo accorti che soltanto 3 delle 4 carte costa aprivano la serratura della nostra cabina. Visto il problema ci siamo recati in reception, dove hanno controllato e ci hanno assicurato di aver risolto il problema, entusiasti e vogliosi di scoprire la nave corriamo in cabina, riproviamo le chiavi e ci accorgiamo che adesso solo 1 su 4 apre la porta, beh problema risolto visto che quella che prima non funzionava adesso andava alla perfezione!». Problemi che possono capitare direte voi, certo se vista la cifra che è costato il soggiorno sarebbe stato tutto qui. Passata l’esperienza imbarco sembrava che le cose andassero un po’ meglio, però in poco i nostri concittadini si sono dovuti ricredere cominciando a temere he forse forse stavano facendo la fine di Fantozzi piuttosto che De Sica. Il nostro interlocutore ci spiega che « a cena avevamo un tavolo a poppa eccezionale che si trovava attaccato alla vetrata che dava sul mare, qualcosa di sublime. Ahimè il tavolo era per 10 e noi eravamo 11, quindi avevamo chiesto al maitre di darci un vicino tavolo da 2 vuoto convinti che ci avrebbe accontentati. Infatti ci accontento’, per una solo sera, la sera dopo ci siamo ritrovati a mangiare su due tavoli uno da 8 e uno da 4 direttamente all’uscita della cucina quasi senza finestre. Declassando il posto a sedere è declassato automaticamente anche il personale che ci serviva. Tanto per dirne una i camerieri non si permettevano di versare il vino per nessun motivo al mondo, si apriva la bottiglia e si lasciava a tavola, lasciando a noi il problema del versare. Non voglio dire che pretendo ma siamo sull’ammiraglia!! Dopo l’ordinazione delle bevande si doveva passare alle vivande e i nostri due tavoli serviti da personale diverso funzionavano col fuso orario, con mezzora di lasso temporale l’uno dall’altro, infatti mentre uno mangiava il primo l’altro aveva già il dolce. Il secondo giorno dopo ore di continui avvisi era arrivato il momento dell’attesa esercitazione di emergenza per l’abbandono della nave. Udite i sette segnali corti di sirena seguiti da uno lungo ci rechiamo tutti nei punti di raccolta assegnatici con tanto di giubbotto di salvataggio con luce e fischietto, nemmeno il tempo di uscire fuori che una voce dal microfono nelle solite 5 lingue dice che era un falso allarme e dovevamo tornare alle nostre cabine, morale della favola, esercitazione saltata e una buona dose di freddo e gelo ricevuta gratis grazie alla pseudo esercitazione del piffero». Ed è col passare del tempo che le previsioni fatte una volta saliti a bordo si rivelarono troppo ottimistiche e dal caldo set del cinema si passo agli angusti e tristi scenari di una stalla, sì, perché oltre al freddo e al gelo dell’esercitazione i nostri vacanzieri come il bambinello nella grotta patirono anche la fame: « A pranzo preferivamo andare al buffet piuttosto che andare a ristorante per essere più liberi da vincoli di orari, ma la scelta si è poi rivelata sbagliata perché mangiare era quasi impossibile, viste le montagne di piatti che giacevano sui tavoli senza che un cameriere si facesse vivo per ore! L’unico giorno che abbiamo deciso di mangiare a ristorante è stato il 25 dicembre giusto per rispettare la tradizione di stare tutti a tavola il giorno di Natale, ma appena arrivati al nostro tavolo ci accorgiamo che era già occupato da altre persone, chiediamo al maitre cosa fosse successo e lui risponde dicendo che a pranzo non venivano rispettate le prenotazioni e che non c’era più posto perché c’era mezza sala chiusa per mancanza di personale». Più che un Natle in crociera dunque è stato un Natale in crociera da fame… e non solo. « Ci era stato chiesto più volte di essere puntuali per la cena alle 21:15 tutti a tavola, noi per seguire le regole cercavamo di arrivare 5 minuti prima, il problema però era che ci lasciavano dai 10 ai 20 minuti in piedi fuori al ristorante con le porte chiuse (circa 500 persone) ad aspettare che la sala fosse pronta». Ma come si dice l’appetito vien mangiando, peccato che la fame veniva ai tour operator che non perdevan occasione per spillare danaro:« L’episodio “più bello” è capitato a Barcellona. Visto che già la conoscevamo abbiamo deciso di non prenotare l’escursione e di muoverci da soli per la città, il che era possibile e previsto. L’unico problema era che per arrivare a Barcellona dovevamo prendere obbligatoriamente delle navette a pagamento (5 euro a persona) per arrivare al porto e fosse stato niente il prezzo. La nave non è entrata nel porto turistico bensì nel porto commerciale, dal quale è quasi impossibile spostarsi a piedi. Scesi a terra però ci accorgiamo che siamo stati lasciati come tanti caproni che vanno per la stessa strada, assoluta mancanza di assistenti che disciplinavano la salita/discesa dalle navette lasciando tutto al caso e chi era più furbo saliva prima e magari anche senza aver pagato il biglietto, vi lascio immaginare poi il resto». In ultimo ma non per ultimo quel che resta del soggiorno relax. « La nave poi era completamente invasa dai bambini. Iniziano dalle piscine dove era impossibile accedere o quantomeno non erano per rilassarsi, anche l’idromassaggio dove era vietato l’ingresso ai minori di 14 anni era zeppo di bambini lasciati senza controllo. In palestra era vietato l’ingresso ai minori di 16 anni ma egualmente vi si trovavano bambini a volontà con tutti i ritmi ed i decibel da urlo annessi. Un giorno c’era la partita del Napoli in tv e sapendo che sulla nave c’è un bar che si chiama bar sport, con una decina di monitor almeno sintonizzati tutti i giorni ognuno su un canale diverso mi ci reco tranquillamente convinto di vedere la mia squadra giocare. Arrivato al bar però mi rendo conto che l’unica partita trasmessa è una partita di basket, il barista mi dice che per cambiare canale devo chiamare alla reception, chiamo e chiedo gentilmente il cambio di canale e mi rispondono che l’unico canale che hanno aperto nel pacchetto Sky è quello che stavano trasmettendo. Cosa falsa perchè il giorno prima, nella stessa sala, c’erano tutti i canali sky disponibili in bella mostra nei monitor». In un ultimo ma non per ultimo anche dinanzi ai problemi di salute non c’è ragione che tenga, tutto a un costo. « Un giorno abbiamo prenotato un’escursione ma la sera una persona che era con noi per di più anziana, non si è sentita bene, quindi ci siamo recati alla reception per chiedere il rimborso del biglietto (47 euro). Li ci dicono che hanno bisogno di un certificato medico dall’infermeria, ma la persona malata non poteva lasciare la cabina, quindi ci hanno suggerito di far salire tranquillamente il medico in cabina. Il discorso non faceva una piega, a parte che il medico per salire in cabina si prende 60 euro e sembrava un po’ un controsenso spendere 60 euro per averne rimborsati 47». Alla fine tutto si è rivelato una questione di mance « Oltre ad esserci un rapporto molto basso personale/passeggeri come previsto dalle norme, il poco personale di bordo era praticamente alle prime armi senza alcuna esperienza di navigazione. Il personale si presentava poco cordiale, anche ostile delle volte, forse perché avendo istituito la “mancia” obbligatoria ritenevano inutile quindi ingentilirsi e trattare bene il cliente. Gli ufficiali sono stati completamente assenti a parte quando venivano chiamati per le foto a pagamento. Siamo stati lasciati più volte allo sbaraglio e anche quando siamo sbarcati abbiamo ritrovato le nostre valigie abbandonate in un capannone completamente senza controllo con i doganieri che ispezionavano senza che i diretti interessati sapessero cosa accadeva. Considerando che l’ammiraglia della flotta non dovrebbe avere nessuna pecca, ogni minima lamentela dovrebbe essere presa in considerazione, e ogni capriccio dovrebbe essere esaudito, anche perché quando ti ILLUDONO e quell’illusione ha un prezzo. Che dire, la prossima volta andate solo al cinema spenderete di meno e vi divertirete di più.
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Ultimo aggiornamento Mercoledì 11 Marzo 2009 19:29 |