Napoli: Crisi della Politica e Governi Locali: l’esperienza di Napoli |
NapoliNews - Cronaca | ||||
Scritto da Nicola Lamonica | ||||
Domenica 01 Luglio 2012 18:38 | ||||
Napoli: Crisi della Politica e Governi Locali: l’esperienza di Napoli In una fase di profonda crisi della Politica, dove lo stesso Governo nazionale non ha alcuna rappresentanza popolare diretta – non uno solo, dal Presidente del Consiglio all’ultimo Sottosegretario è stato democraticamente eletto dal popolo – è sicuramente ancora di maggiore importanza per la Democrazia e la Politica seguire le esperienze, soprattutto quando originali, dei Governi delle Città e dei Comuni in generale; tali governi esprimono il mandato diretto e ravvicinato dei Cittadini ed il consenso come la critica a loro scelte sono comunque momenti politici reali, sia pure nei limiti di mera espressione formale se il tutto si riduce semplicemente ad essi. Buoni, anzi eccezionali, governi delle città quali quelli di Maurizio Valenzi a Napoli, di Giulio Carlo Argan a Roma, Giuseppe Dozza a Bologna, per citare tre grandissime Figure di Sindaci dal dopoguerra ad oggi, hanno infinitamente avvicinato i cittadini alla Politica ed alle Istituzioni ed hanno inciso significativamente sia sul piano locale che nazionale. De Magistris ha scelto la Civiltà del Sole come orizzonte per Napoli sia come fonte che come modello energetico, laddove per tutto il 900 tutta la vastissima area, adiacente ad oriente alla città storica, e dentro ad antichi comuni – San Giovanni a Teduccio, Barra, Pontcelli,- era stata sede di raffinerie, di depositi petroliferi, di produzione di energia elettrica financo da carbone; oggi vi è un no netto all’inceneritore ( che tuttora si continua a chiamare termovalorizzatore) a Napoli, laddove la precedente Giunta Iervolino l’aveva non solo approvato ma ne aveva anche deciso la localizzazione, in un primo momento addirittura nel Cratere della Conca di Agnano a ridosso della Riserva Naturale degli Astroni e delle Antiche Terme Romane e poi nel cuore della residuale zona agricola di Napoli, nella zona orientale a ridosso del suo più importante mercato ortofrutticolo, quello di Volla, iniziando ad attivare, certo con difficoltà e contraddizioni inevitabili come il trasferimento con navi in paesi stranieri del secco, un percorso vero verso rifiuti zero e recupero e riciclaggio della materia, anche con operazioni nuove e complesse di decentramento del compostaggio senza una gerarchia di valori delle diverse parti della città – la ipotesi di impianto di compostaggio nella preziosissima area dismessa di Bagnoli va letta anche in questa maniera. Il rapporto, che si stabilisce con i vecchi poteri e conseguentemente con le vecchie scelte soprattutto del ventennio Bassolino - Iervolino è il cuore del futuro della Giunta De Magistris e di Napoli; Bassolino subito dopo eletto istituì un patto, un’alleanza con i vecchi poteri economici, politici, culturali, sociali della città e tutta la sua azione politico istituzionale si sviluppò nella sfera e negli interessi di tale alleanza e la sua onda, inizialmente impetuosamente crescente, si spense progressivamente fino ad annullarsi ed invertirsi con il progressivo venire meno, anzi dell’agire nell’opposto, degli impegni e delle promesse della sua apparizione nel 1993. Naturalmente non intendo certo dire che De Magistris e la sua Giunta non debbano rapportarsi anche, e mi preme sottolineare anche, a queste forze, ma ciò non può avvenire che partendo da valori, opzioni, programmi, scelte, forme di governo e di partecipazione che siano quelle assunte nella impetuoso percorso delle elezioni dell’anno scorso e naturalmente nell’interesse vero di oggi e del futuro della Città. E’ passato un anno dalla elezione di De Magistris e della sua nuova maggioranza : un anno non certo di fallimento, come qualcuno interessato a tal fine cerca di far serpeggiare nella politica e nel sociale, ma significativo di atti e fatti che nella loro complessità preservano tutte le aspettative e le potenzialità per un profondo positivo cambiamento, una reale rinascita della Città. Napoli, Città Verde: oggi non lo è, ameno come potrebbe ancora esserlo; debole è stata finora l’azione anche della nuova Amministrazione Comunale nella ordinaria cura e manutenzione dei tanti giardini, giardinetti, aiuole, alberature lungo le strade, sicché in Città, al centro come in periferia, non si vede proprio alcuna novità rispetto al passato: un esempio per tutti anche perché spesso fotografato a livello internazionale! Nella piazzetta del Duomo stanno delle fioriere: o si decide di tenerle come meri contenitori di terra, oppure se si mettono, come naturalmente dovrebbe essere, piantine, erbe aromatiche, fiori, esse vanno adeguatamente innaffiate e curate e non abbandonate in attesa che secchino per essere sostituite, come avviene sempre, in vista di un nuovo avvenimento nel Duomo. Naturalmente lo stato dei giardini oltre ad essere di vitale importanza per i cittadini è anche significativa parte della immagine che dà ai visitatori della Città. Occorre perciò fare, da subito, un vero salto di qualità, riorganizzando e qualificando completamente l’apposito servizio comunale. Napoli, Città Verde è anche una idea -progetto di qualificazione(oltre che per produzione di energia solare) con fiori e piante dei tantissimi terrazzi, oggi spesso desolate ed assolate superfici , così da rendere bella la vista ed ecologica la Città, per l’attenuazione della isola di calore, per l’assorbimento della CO2, per la produzione di ossigeno, per il richiamo a tanti uccelli a vivere in città: dalla nuova Amministrazione ci aspettiamo perciò novità forti oltre che di sensibilizzazione anche di incentivazione per i tetti a Verde e a Solare. Ma Napoli Città Verde trova la sua più compiuta realizzazione nel grande progetto della grande Cintura Verde, attorno ad essa, senza soluzione di continuità, dal mare di Bagnoli a quello della zona Orientale di San Giovanni a Teduccio, passando per le sue meravigliose colline, ed intersecantesi con i possibili segmenti – corridoi ecologici che a me piace chiamare raggi verdi -, recuperandoli dove e quanto più possibili, anche per spezzoni e residui minimi marginali per il collegamento con le aree ambientali del dentro alla Città: è la grande ambizione, allo stesso tempo urbanistica e culturale, politico ed istituzionale - che se pure non può avere per quanto di enormemente speculativo e di saccheggio subiti da Napoli, la dimensione e la valenza del grande Piano Regolatore di Piccinato del 1939- di riportare la Biodiversità alla Città o, con altra formulazione, la Città alla Biodiversità. De Magistris, la sua Giunta, la sua maggioranza e l’intero Consiglio Comunale possono segnare in tal modo una grande, vera, positiva rivoluzione nella storia di Napoli. Scelte di fondo della Città vanno perciò profondamente riviste: da Bagnoli - annullando definitivamente la vendita di suoli in atto da parte della Bagnoli Futura funzionale alla speculazione ed al saccheggio dell’incomparabile sito per realizzare il Grande Giardino del Mediterraneo, immenso, incomparabile inizio della Green Belt- alla immensa area orientale dismessa da impianti petroliferi ed altre industrie ed attività inquinanti al fine della riqualificazione ambientale, per alcuni aspetti rinaturalizzazione - dal ripristino del mitico Parco – del fiume Sebeto, ad immense aree verdi - a funzioni a servizio della intera città; sconvolgente, almeno appare, senza giustificazione alcuna è invece la ipotesi di realizzare in tale area un secondo immenso stadio di calcio stante la capacità e la funzionalità del San Paolo a Fuorigrotta. Certo vi è il problema delle risorse; in una società costruita tutta sulla centralità del mercato, sugli interessi privati a scapito di quelli pubblici e collettivi, dove Biodiversità, Natura, Storia, Cultura, Arte, Solidarietà, Generazioni Future hanno insignificante, del tutto marginale valore vi è sempre il problema delle risorse. La politica di Monti, come mai avvenuto finora in Italia da lunghissimo tempo, sta portando sempre più alle estreme conseguenze questa identità del nostro Paese, riducendo drasticamente le potenzialità per ambizioni istituzionali come quelle prima indicate. Ciò però non deve significare la rinuncia a tali ambizioni; anzi la concretezza di piani, di programma è di fondamentale importanza sia per esprimere esplicitamente la identità del governo della Città, e sia per aprire sfide concrete di fortissime vertenze. Naturalmente tali sfide diventano sempre più forti e vincenti se appartengono nella elaborazione e nella forza d’urto che le sostiene non solo al Sindaco ed alla sua Amministrazione, ma all’intera città, alle sue forze sociali, culturali, di movimento, alle sue Municipalità ed ai suoi comitati ed assemblee di base; se cioè tali vertenze sono “Beni Comuni della Città”. La crisi della politica ha sicuramente in tali percorsi di democrazia e di partecipazione una altissima, positiva risposta. Napoli, 26 giugno 2012 Antonio D’Acunto, Presidente Onorario VAS Campania
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Ultimo aggiornamento Domenica 01 Luglio 2012 18:54 |